Gli ospitalieri di Nicorvo ribattono a quanti consigliano di saltare Lomellina e Pavese e puntare su Orio Litta. “Tratta sottovalutata”
Nicorvo (Pv) – La Via Francigena è un antico itinerario di 3.200 chilometri che si snoda in Europa e attraversa l’Italia. Percorrendolo si attraversano suggestivi borghi, panorami mozzafiato, un tuffo nella storia, cultura e tradizioni delle genti che abitano la Via. Il percorso ovviamente non è tutto uguale: si parte dalle alte vette del Gran San Bernardo e si arriva a Roma.
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In mezzo c’è un mondo e dei territori, ognuno con le sue caratteristiche che possono essere gradite o meno da chi li percorre. Il cammino si può intraprendere e interpretare come si vuole, con lo zaino o utilizzando il servizio di trasporto bagagli, farlo per intero oppure a tappe, decidere di visitare una solo regione oppure di partire da Canterbury.
La questione è che le tratte da evitare, consigliate da pellegrini e viandanti attivi sui social sono la provincia di Pavia e parte del Piemonte. Almeno questo è quello che emerge leggendo i vari commenti sui social e confermato da un post dell’Ospitale di Nicorvo pubblicato oggi su Facebook:
“Spesso leggiamo di pellegrini che chiedono che tratto della Francigena evitare, se si ha poco tempo, e altrettanto spesso leggiamo che suggeriscono di saltare da Santhià a Orio Litta.
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È vero che a livello paesaggistico, per chi ama la montagna e i saliscendi, questo tratto non ha molto da offrire. Però ci chiediamo anche se non valga la pena di aprirsi a qualcosa di diverso, posare gli occhi su altre caratteristiche della Via. Sul fatto che un percorso del genere offre tanta meraviglia a livello naturalistico, artistico e storico, ma se non ci fossero tratti “monotoni” (se così vogliamo definire le nostre pianure) non si avrebbe il tempo di riflettere, di rallentare l’assorbimento di tutta la bellezza.”
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“E si sottovaluta tantissimo la parte del cammino che non è legata direttamente allo sguardo ma alle accoglienze, agli incontri, alle esperienze. Come se venisse chiesto che parte della vita saltare se si tornasse indietro: tutto ciò che si vive ci rende ciò che siamo; ma forse, chi lo sa, saremmo gli stessi anche con esperienze diverse.”
Un punto di vista che condividiamo e forse stimolerà i viandanti e pellegrini a riconsiderare la “noiosa” pianura della Lomellina e del Pavese ed elevarla ad un’esperienza unica, una variante del cammino, un paesaggio col suo silenzio tutto da ascoltare, caratteristici volti da osservare e gustosi piatti da degustare.
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Certo ci sono anche gli insetti come le zanzare ma la pianura è anche questo.